Psicologo Firenze Dott.ssa Lucia Russo
Psicoterapia: individuale, di coppia o familiare
“Il desiderio di guarire è sempre stato metà della salute.”
Lucio Anneo Seneca
Psicoterapia individuale
Il malessere presentato dalla persona viene letto non tanto come problema dell’individuo, ma come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza. Le dinamiche che hanno portato a questa modalità disfunzionale possono collocarsi nell’ambiente lavorativo, amicale, oppure nella relazione di coppia o nel sistema familiare.
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I contesti che il singolo individuo vive sono molteplici e le relazioni significative che vengono costruite sono rilevanti, affinché queste ultime permettano all’individuo di realizzare la propria identità e di costruire relazioni con gli altri. Dunque se in un determinato periodo subentra una problematica, quest’ultima andrà letta in una chiave relazionale e non solo individuale.
Attraverso il percorso terapeutico l’individuo troverà modalità relazionali diverse con i sistemi di appartenenza che si trova a vivere e gestire ogni giorno. Il lavoro psicoterapeutico non è dunque prettamente rivolto al trattamento del sintomo presentato, ma soprattutto alle situazioni relazionali che lo hanno generato. Mi pongo in una posizione di ascolto verso il paziente, più attivo che passivo, oltre che empatico, mi interesso al dialogo interno della persona oltre che quello esterno. Lavoro tenendo in considerazione anche la comunicazione non verbale, che ci dice molto in modo diretto e non consapevole.
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I sintomi sono dei messaggi che vengono inviati al sistema e porto alla luce ciò che in realtà si vuole comunicare, ma non si riesce ad interpretare in maniera consapevole. È importante la creazione di una relazione di fiducia tra il paziente e me, pertanto, in questa prospettiva, all’inizio della prima seduta cerco di capire cosa ha portato la persona in questo momento a fare la richiesta di aiuto e cosa posso fare io per aiutarla. Il paziente descrive il come e quando degli eventi, ciò che in quel momento della sua vita crea disagio, sofferenza e comunque lo mette in una fase di stallo all’interno dei contesti che frequenta.
È importante lavorare al superamento della problematica attraverso il potenziamento delle risorse e delle competenze personali, apportando un cambiamento che modifichi il vecchio equilibrio, considerato ormai non più funzionale, verso un nuovo equilibrio che migliorerà la qualità di vita, il benessere e stimolerà una crescita personale.
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I primi tre incontri sono conoscitivi e dedico le sedute a questo, per poi, una volta deciso che tipo di percorso fare, passare ad un “contratto terapeutico” con la persona, dove vengono prefissi degli obiettivi da conseguire e vengono restituite possibili ipotesi di lavoro. Particolare attenzione è dedicata alla fase diagnostica che ha una durata minima di quattro incontri, al termine dei quali effettuo una restituzione che il terapeuta e la famiglia (o la coppia, o la singola persona) utilizzano per valutare la tipologia di trattamento possibile.
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La frequenza degli incontri è settimanale.
“La vita di un individuo sano si caratterizza più per le sue paure, le frustrazioni che per i suoi aspetti positivi. Per un uomo o una donna ciò che è essenziale è che sentano di vivere la loro proprio vita, si assumano la responsabilità del proprio agire come della loro rinuncia, si sentano in grado di attribuirsi il merito di un successo come pure la responsabilità di una sconfitta” (Donald Winnicott).
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Terapia di coppia
Nella terapia di coppia sostengo le persone nel ruolo genitoriale, laddove siano presenti dei figli, al fine di essere di supporto nelle tensioni familiari, sia in una fase di separazione che in una fase di confusione, ovvero dove non sia ancora ben chiaro verso quale direzione andare. È importante ridefinire i ruoli e la funzione comunicativa.
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La comunicazione è importante in tutte le tipologie di coppie, anche in assenza di figli. Quando la comunicazione tra i partner si irrigidisce, diventa una sorta di circolo vizioso e un percorso terapeutico di coppia può fornire sollievo facendo emergere i significati autentici di ciò che ciascuno dei partner vorrebbe dire ma che non riesce ad esprimere. Può accadere che uno dei due partner desideri interrompere la relazione e l’altro no, o viceversa, oppure che un tradimento o la sola paura del tradimento abbia danneggiato l’equilibrio della coppia. A volte anche le tensioni familiari delle rispettive famiglie di origine o lavorative, concorrono ad un disequilibrio della coppia, già in parte latente. È fondamentale una valutazione del funzionamento della coppia, che permetta di capire come fino ad ora ha funzionato questo incastro di coppia, a cosa è stato funzionale e soprattutto aiuti a comprendere meglio in quale direzione orientarsi per recuperare serenità. Infatti, in alcuni casi, potrebbe essere più utile al benessere delle persone separarsi che paradossalmente stare insieme. Laddove ci sono dei figli occorre preservare la funzionalità genitoriale, poiché genitori si rimane sempre anche dopo essersi separati. Questo messaggio è fondamentale da rimandare al proprio figlio. A volte questa fase è turbolenta e occorre mediare durante la separazione, la gestione del conflitto e la canalizzazione della rabbia risultano essere fondamentali.
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Mi avvalgo di diverse tecniche durante il processo terapeutico di coppia: le prescrizioni, il collage, le sculture e i genogrammi.
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La psicoterapia di coppia risulta utile quando tra i membri della coppia c’è una situazione di crisi che perdura da tempo e i tentativi che hanno messo in atto per risolverla non hanno prodotto alcun cambiamento. Anche nelle situazioni in cui la conflittualità diventa esasperata diventa utile per la coppia concedersi uno spazio in cui riflettere con l’aiuto della terapeuta su quelle dinamiche agite.
Il dialogo, l’ascolto e l’accettazione del partner diventano la base della relazione, ma questo meccanismo può incepparsi, soprattutto quando i rispettivi partner portano nel rapporto di coppia dei vissuti personali che non sono stati elaborati e che inaspriscono ancora di più le tensioni. La conflittualità diventa l’unico modo in cui si entra in relazione. La crisi di coppia diventa la realtà e distrugge gli entusiasmi e la speranza di poter tornare ai tempi in cui regnava l’armonia e il benessere.
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Anche la coppia, come sistema, deve fronteggiare alcuni cambiamenti importanti come: i problemi lavorativi, l’educazione dei figli, i problemi di comunicazione, le eventuali difficoltà sessuali, ecc.
La psicoterapia di coppia ha come obiettivo quello di aiutare la coppia a gestire meglio la conflittualità e a risolvere quei traumi relazionali che fanno parte del vissuto personale di ciascuno e che rischiano di compromettere il rapporto, impedendo a ciascun componente di trovare quelle risorse utili per superare la crisi e riacquisire fiducia nel partner.
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La frequenza degli incontri è quindicinale.
“Non dobbiamo permettere alle percezioni limitate degli altri di definire chi siamo” (Virginia Satir).
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Terapia familiare
Lavoro tenendo in considerazione tutto il sistema familiare, il paziente designato sta affrontando una particolare e determinata fase del ciclo vitale e dobbiamo capire quanto il trigenerazionale abbia influito sul processo di vita di quella persona.
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La famiglia è parte attiva del cambiamento, laddove il singolo non riesca a gestire le problematiche in modo costruttivo.
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L’intervento terapeutico è realizzabile soltanto se la persona, la famiglia o la coppia che si rivolge al terapeuta è motivata al trattamento e disponibile a collaborare.
Nella terapia familiare, dove è presente un bambino, quest’ultimo porta con se il proprio mondo magico e meraviglioso, sembra difficile e di impossibile interpretazione, ma in realtà, attraverso determinati comportamenti verbali e non, descrive in continuazione le dinamiche familiari. Il disagio che porta in terapia è un messaggio. A tal proposito, l’uso della sabbiera con gli arredi e i personaggi “raccontano” molto del funzionamento familiare e non solo.
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Enuresi, encopresi, aggressività, difficoltà di apprendimento, disturbi del sonno e disordini alimentari nel bambino possono essere trattati, secondo l’approccio sistemico relazionale, soltanto nel contesto familiare. Per questo motivo non effettuo mai sedute con la bambina o il bambino da soli, ma sempre in presenza dei genitori e di eventuali fratelli. Inoltre, questi ultimi sono da considerarsi una valida risorsa in terapia.
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La sabbiera è uno strumento che uso con in bambini in terapia, ma uso anche altre tecniche in terapia familiare: il genogramma storico, il genogramma fotografico, il disegno congiunto, le sculture, le prescrizioni ecc.
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Nella terapia familiare, laddove è presente un adolescente, quest’ultimo oscilla tra appartenenza e separazione dai genitori, è importante creare uno scambio costruttivo tra loro, entrambi confusi in questa delicata fase di crescita. Inoltre, a volte, le difficoltà di apprendimento scolastico emergono in questa fase di passaggio, ma sono, delle volte, espressione di un disagio che va ascoltato, interpretato e portato a fasi di cambiamento importanti. Il genitore ha bisogno di strumenti e si sente disorientato, necessario quindi creare un dialogo costruttivo. Le crisi adolescenziali possono preoccupare molto la famiglia, che può avere difficoltà a riconoscere una crisi evolutiva normale da uno stato di sofferenza psichica più profonda quali stati di ansia, stati depressivi, aggressività, difficoltà scolastiche, disturbi alimentari di grado lieve/medio. Effettuo l’intervento in sedute familiari, riservo però, se necessario e valutandolo caso per caso, uno spazio individuale alla ragazza o al ragazzo che integri il percorso familiare.
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Oltre che bambini e adolescenti, vengono in terapia anche famiglie dove sono presenti tutti adulti e quando uno o più componenti di un nucleo familiare manifestano sofferenza è possibile lavorare con tutti in un’ottica circolare e la famiglia che viene in consultazione a fini terapeutici è considerata la risorsa primaria cui attingere per modificare gli schemi rigidi di comportamento che producono disagio psichico, magari presente più in una determinata persona, il nostro paziente designato.
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La psicoterapia familiare si rende necessaria quando ci sono delle difficoltà all’interno della famiglia in cui sono presenti conflitti, disarmonie relazionali e comportamenti anomali nei bambini e negli adolescenti. La “crisi familiare” provoca un blocco nello scambio comunicativo e affettivo tra i componenti che limitano la risoluzione di problemi colpendo con sofferenza e malessere ciascun singolo. La famiglia è un sistema complesso, in cui sono presenti gerarchie che se rispettate sono funzionali (genitori/figli), altrimenti possono essere disfunzionali e occorre ridefinire i confini, importanti non solo all’interno della famiglia di appartenenza, ma anche per gli scambi con il mondo esterno (amici, lavoro ecc.).
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La famiglia è caratterizzata dal susseguirsi di fasi importanti nel ciclo vitale ed il passaggio da un compito evolutivo all’altro non sempre è di facile risoluzione, e l’irrigidimento di alcune dinamiche disfunzionali, agite involontariamente dai componenti del sistema familiare, possono provocare l’emergere di sintomi nei bambini e negli adolescenti che bloccano l’evoluzione e la crescita della famiglia. Il sintomo di un singolo membro è un aspetto positivo, perché rivela alla famiglia che non solo il singolo ma tutti componenti stanno soffrendo e necessitano di un cambiamento che sia in grado di far crescere tutti i componenti, in modo da ristabilire benessere nei singoli. Grazie all’intervento ed al lavoro della terapeuta i membri risolvono il blocco e trovano un altro modo di relazionarsi, la comunicazione perde la sua forza conflittuale diventando un luogo d’incontro, finalmente ritorna l’armonia familiare e la serenità tra i singoli componenti.
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La frequenza degli incontri è quindicinale.
“E’ evidente che l’obiettivo di chi si interessa dei problemi della salute mentale non è tanto costituito dai problemi o dai conflitti di questa famiglia, o di una qualsiasi famiglia, in un mondo che cambia, quanto dalle risorse di cui la famiglia dispone per affrontarli” (Nathan Ackerman).
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